Ritorno nella Cripta dei Goonies

Nel 1985, un film uscì nelle sale cinematografiche che avrebbe catturato i cuori degli spettatori di tutto il mondo. Non potrebbe essere stato il budget scandalosamente elevato, né la lista stellare di attori a stimolare tale apprezzamento. Piuttosto, la pellicola brillava di pura, non adulterata immaginazione e di un fascino infantile che ancora oggi viaggia attraverso le generazioni. Questa meraviglia di un film era – e rimane – una semplice storia di avventura e amicizia, quell’opera storica del regista Richard Donner.

Una rappresentazione autentica dell’infanzia è difficile da catturare sullo schermo. Spesso, le interpretazioni di Hollywood degli anni dell’innocenza sembrano eccessivamente idealizzate o convenientemente moralizzate, senza ritrarre la sporca realtà degli scontri nel cortile, delle late notti passate a bisbigliare sotto le coperte, delle prime fughe al tramonto. Ma il film in questione ha sottilmente tessuto questa tessitura di emozioni e esperienze con rara maestria, creando un quadro indimenticabile della giovinezza avventurosa.

La trama è piuttosto semplice: un gruppo di amici di quartiere, soprannominati come il loro spettacolo, si imbattono in una mappa del tesoro che li guida attraverso una serie di immaginative e pericolose avventure. Ma ciò che rende la trama così avvincente non è tanto l’azione o le sorprese, quanto gli stravaganti personaggi che popolano la storia. Ciascuno di questi ragazzi è unico nel suo genere, eppure riconoscibile nei ricordi di chiunque abbia mai avuto un gruppo di amici stretti.

Il coraggio sconsiderato di Mikey, l’altruismo di Brand, l’ingegnosità di Data, l’umorismo di Mouth, la dolcezza di Chunk e l’innocenza di Andy e Stef, tutti contribuiscono al fascino irripetibile del gruppo. Le loro personalità così diversificate si fondono in un amalgama di ribellione, lealtà, coraggio e, soprattutto, stretta amicizia, rendendo Memorabile ogni loro incontro ed esperienza.

Il mondo stesso in cui si svolge l’avventura è una pura meraviglia visiva. Le vastità sotterranee in cui i protagonisti si avventurano sono una fusione quasi surreale di insidie naturali e trappole fatte dall’uomo, di sfide fisiche e enigmi intellettuali. Elettrizzante ed emozionante in misura uguale, il paesaggio infonde una costante sensazione di meraviglia e pericolo, mantenendo lo spettatore col fiato sospeso dall’inizio alla fine.

Ovviamente, nessun’avventura sarebbe completa senza una minaccia. E così, oltre ai pericoli fisici presenti nel loro viaggio, gli eroi devono anche confrontarsi con un trio di malvagi – la famiglia Fratelli, il cui terribile matriarcato e i due fratelli poco brillanti ma pericolosamente determinati danno vita a una sequela di eventi dall’azione frenetica e dalle situazioni divertenti.

Ma ciò che rende veramente speciale la pellicola, più di ogni altro aspetto, è il modo in cui riesce a catturare il senso puro, inalterato di avventura che abita nel cuore di ogni bambino. Proprio come i protagonisti riscoprono la loro forza interiore e la loro unità affrontando i pericoli del loro viaggio, anche gli spettatori riscoprono la meraviglia e l’emozione dell’infanzia, portando con sé un senso di nostalgia dolce e struggente.

In definitiva, questo piccolo gioiello di film non è solo un viaggio attraverso un labirinto sotterraneo o una lotta contro un trio di criminali. È un viaggio nel cuore dell’infanzia – la sua voglia di avventura, la sua capacità di stupore, la sua innocenza indomabile – e un tenero omaggio all’incanto di quegli anni. Un film ricco di avventura, risate e tenerezza, che rimane ancora oggi il punto di riferimento per i film di avventura per tutta la famiglia, un film indimenticabile, pieno di riflessioni tristi e meravigliose sul superamento della paura e dell’amicizia indissolubile.

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